I dati pubblicati stamane dall'Istat indicano a giugno 2013 una discesa di 4,1 punti rispetto a maggio dell'indice di clima di fiducia delle imprese. E' il calo mensile più profondo degli ultimi dodici mesi. Bisogna tornare a settembre 2011 - nel pieno della 'bufera dello spread' scatenata dalla crisi del debito sovrano - per registrare un calo mensile più accentuato della fiducia delle imprese.
Serve un policy mix che riaccenda la fiducia alle imprese: senza un contesto favorevole per 4 milioni 372 mila imprese italiane come possiamo pensare di riattivare domanda di lavoro, investimenti, occupazione e lavoro ai giovani ?
venerdì 28 giugno 2013
Pil 2013 inferiore di 285,6 miliardi rispetto a quello previsto 5 anni fa
Era il 18 giugno 2008 e nel cielo dell'economia italiana ed internazionale si addensavano le prime nuvole nere della recessione. Quel giorno il Governo approva il DPEF, Documento di Programmazione Economico-Finanziaria, per gli anni 2009-2013, con previsioni di crescita di basso profilo: in media, tra il 2008 e il 2013 era prevista un tasso di sviluppo dell'1,2%.
Valutazione allora prudente, ma magari fosse andata così.
Se osserviamo il valore del PIl previsto per il 2013 rileviamo un perdita che arriva a 285,6 miliardi.
L'analisi dettagliata nel rapporto 'La selva oscura'
Valutazione allora prudente, ma magari fosse andata così.
Se osserviamo il valore del PIl previsto per il 2013 rileviamo un perdita che arriva a 285,6 miliardi.
L'analisi dettagliata nel rapporto 'La selva oscura'
Lo 'stress da trincea' degli imprenditori: 53 mesi in espansione, 43 mesi in recessione, perdite produzione 1,8 volte i guadagni
Lo stress gestionale, psicologico e di risultato a cui sono sottoposti da anni ormai imprenditori, collaboratori e lavoratori delle aziende di produzione è evidenziato dal fatto che nell'arco di degli ultimi dieci nel settore manifatturiero si sono registrate due distinte fasi recessive che sono durate complessivamente 43 mesi, solo di 10 mesi inferiore ai 53 mesi di durata delle due fasi espansive. E, in generale per tutto il settore manifatturiero, le perdite di produzione cumulate nei periodi di recessione sono, in valore assoluto, quasi il doppio (1,8) dei guadagni di produzione dei periodi espansivi.
L'analisi approfondita in 'Crisi&Energia' su Quotidiano Energia
Durata e intensità delle fasi espansive e recessive negli ultimi 10 anni | |
durata fase recessive (mesi) | 43 |
durata fasi espansive (mesi) | 53 |
durata fasi 'laterali' (mesi) | 24 |
perdite produzione in recessione (punti dell’indice) | -48 |
guadagno di produzione in crescita e recupero (punti indice) | 27,1 |
rapporto perdite/guadagni (v.a.) | 1,8 |
ns. elaborazioni su dati Eurostat |
L'analisi approfondita in 'Crisi&Energia' su Quotidiano Energia
giovedì 27 giugno 2013
Per un causa civile 3 anni e 3 mesi perduti in più
Gli ultimi dati pubblicati dallOcse in materia di gisutizia civile indicano che una impresa italiana impiega 3 anni e 3 mesi in più per un procedimento civile che tra 1° e 2° grado in Italia dura 1.677 giorni contro la media Ocse di 474 giorni
Ben 3 anni, 3 mesi e 18 giorni in più.
L'analisi sui ritardi della giustizia civile nel Rapporto 'La selva oscura'
Ben 3 anni, 3 mesi e 18 giorni in più.
Durata procedimenti civili (giorni) | |||
1^ grado | appello | 1°+2° grado | |
Italia | 564 | 1113 | 1677 |
Media Ocse | 238 | 236 | 474 |
diff. | 326 | 877 | 1203 |
ns. elaborazioni su dati Oecd |
L'analisi sui ritardi della giustizia civile nel Rapporto 'La selva oscura'
mercoledì 26 giugno 2013
Nell'ultimo anno la spesa delle famiglie scende del 3,4% ma sale al 10,8% (+0,2 punti) intenzione di acquisto servizi di manutenzione dell'abitazione
Le condizioni del mercato del lavoro nelle Costruzioni sono critiche: nell'ultimo anno - considerato in media mobile - l'occupazione scende del 6,7%, pari a 122mila posti in meno. L'analisi nella nota stampa con i dati Anaepa-Confartigianato.
A conferma di quanto avevamo analizzato qualche giorno fa a margine della crescita della produzione a maggio, gli incentivi determinano effetti positivi sulla domanda di interventi di riqualificazione: nel II trimestre 2013 sale al 10,8% la quota di popolazione adulta che ritiene probabile o certo un intervento di manutenzione dell'abitazione; era il 10,6% nello stesso periodo dell'anno precedente, nonostante nell'ultimo anno il valore reale della spesa delle famiglie si sia ridotto del 3,4% (I trim. 2013/ I trim. 2012).
A conferma di quanto avevamo analizzato qualche giorno fa a margine della crescita della produzione a maggio, gli incentivi determinano effetti positivi sulla domanda di interventi di riqualificazione: nel II trimestre 2013 sale al 10,8% la quota di popolazione adulta che ritiene probabile o certo un intervento di manutenzione dell'abitazione; era il 10,6% nello stesso periodo dell'anno precedente, nonostante nell'ultimo anno il valore reale della spesa delle famiglie si sia ridotto del 3,4% (I trim. 2013/ I trim. 2012).
martedì 25 giugno 2013
Le rinnovabili pesano per il 24,2% della riduzione della bolletta energetico nell'ultimo anno
Un controfattuale svolto per QE considera il trend di crescita della maggiore produzione di energia elettrica da rinnovabili dei primi cinque mesi dell’anno ed ipotizza che questa sostituisca, per un identico ammontare, la produzione termoelettrica: sulla base di questi assunti, tenendo conto dell’import di carbone, gas ed petrolio indotto dalla produzione di energia elettrica e valutando le importazioni a prezzi costanti si stima che, su base annua, la maggiore produzione da rinnovabili determini quasi un quarto (24,2%) della diminuzione della bolletta energetica.
L'approndimento in Crisi&Energia su Quotidiano Energia
Non tutti i Brics sono uguali per made in Italy: nei primi 5 mesi Russia +12,1%, Cina +5,0%, India -10,5%. Anche il Brasile con il segno 'meno'
I dati diffusi dall'Istat a inizio settimana mostrano forti differenziali della domanda del made in Italy nelle principali economie emergenti. Alto ritmo delle vendite di prodotti italiani in Russia, dove si registra una crescita del 14,2% rispetto a maggio 2012 (+12,1% nei primi cinque mesi), e nel Mercosur - Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Venezuela - dove l'export di maggio sale del 11,9% (+14,1% nei primi cinque mesi del 2013); per quest'area dell'America latina i dati per Paese si fermano a marzo e, nei primi tre mesi del 2013 il made in Italy verso il Brasile scende del 2,5%.
La Cina segna, a maggio 2013, un +10,9% (un contenuto +5,0% nei primi cinque mesi). In forte calo, invece, l'India: -19,4% a maggio, -10,5% nei primi cinque mesi dell'anno.
Cambiata la situazione anche in Turchia: -2,5% a maggio, -2,1% nei primi cinque mesi. Un anno prima la crescita a maggio era del 17,1% e nei primi cinque mesi del 2012 del 4,3%.
La Cina segna, a maggio 2013, un +10,9% (un contenuto +5,0% nei primi cinque mesi). In forte calo, invece, l'India: -19,4% a maggio, -10,5% nei primi cinque mesi dell'anno.
Cambiata la situazione anche in Turchia: -2,5% a maggio, -2,1% nei primi cinque mesi. Un anno prima la crescita a maggio era del 17,1% e nei primi cinque mesi del 2012 del 4,3%.
La 'cura dello spread': nel 2017 la spesa per interessi quasi pari (91,2%) alla spesa sanitaria
Se nel 2010 la spesa per interessi è il 63,2% della spesa sanitaria, la 'cura dello spread' fa salire al 2017 l'onere del debito al 91,2% della spesa pubblica sanitaria.
L'analisi completa nel rapporto Confartigianato 'La selva oscura'
L'analisi completa nel rapporto Confartigianato 'La selva oscura'
giovedì 20 giugno 2013
Dieci anni a passo di gambero: nel 2002 Italia aveva PIL pro capite +12% media UE, nel 2012 -2%.
I dati Eurostat pubblicati ieri indicano che nel 2002 la Germania registrava un PIL pro capite in PPA - lo standard di potere d’acquisto è una misura che tiene conto dei diversi livelli dei tassi di cambio e dell' inflazione - del 15% superiore alla media UE a 27 e nel 2012 arriva al +21%. Il cittadino del Regno Unito rimane più ricco della media, ma con un divario ridotto, passando dal +20% del 2002 al +10% del 2012. Anche per la Francia il PIL pro capite scende dal +16,0% del 2002 ma rimane superiore dell'+8,0%.
Nei Paesi dell' olive belt , invece, si registrano valori al di sotto della media, ma con delle differenze di rilievo nei punti di partenza: mentre la Spagna nel 2002 aveva un reddito in linea con la media europea e oggi segna un divario negativo del 3%, per l'Italia nel 2002 il PIL pro capite era del 12% superiore alla media UE e ora è del 2% inferiore.
Nei Paesi dell' olive belt , invece, si registrano valori al di sotto della media, ma con delle differenze di rilievo nei punti di partenza: mentre la Spagna nel 2002 aveva un reddito in linea con la media europea e oggi segna un divario negativo del 3%, per l'Italia nel 2002 il PIL pro capite era del 12% superiore alla media UE e ora è del 2% inferiore.
mercoledì 19 giugno 2013
Made in Italy alimentare +8,3% e articoli in pelle +6,9%, settori dove due terzi degli addetti in piccole imprese
Nel I quadrimestre 2013 più di un terzo del made in Italy presenta una crescita tendenziale dell'export superiore al due per cento; in particolare il settore più dinamico è quello degli Articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici in salita del 19,6% rispetto al gennaio-aprile 2012, seguito dai Prodotti alimentari, bevande e tabacco con +8,3%, Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca con + 7,9%, Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili con +6,9%, Articoli sportivi, giochi, preziosi, strum. musicali e medici con +5,2%, Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi con +4,9%, Carta e prodotti di carta con + 2,7%, Apparecchi elettrici con +2,4% e Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) con +2,2%.
In settori come alimentazione e articoli in pelle i due terzi degli addetti - rispettvamente 64,8% e 70,2% - lavorano in piccole imprese.
L'analisi per mercati delle vendite del made in Italy nel primo quadrimestre 2013
In settori come alimentazione e articoli in pelle i due terzi degli addetti - rispettvamente 64,8% e 70,2% - lavorano in piccole imprese.
L'analisi per mercati delle vendite del made in Italy nel primo quadrimestre 2013
Infiniti divari: più basso il tasso di occupazione dove è più bassa l'efficacia del servizio scolastico
Se consideriamo il livello di competenza numerica degli studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado (scuola media superiore) relativo all'anno scolastico 2011/2012 nelle 15 province dove viene esaminato dall'Istat il livello del benessere equo e sostenibile si osserva una forte correlazione con il tasso di occupazione.
Con una spesa pubblica di 65.956 milioni di euro per l'istruzione la scuola non dovrebbe formare tutti gli studenti del Paese ad un livello standard sufficente da ridurre le disparità economiche e sociali ?
Con una spesa pubblica di 65.956 milioni di euro per l'istruzione la scuola non dovrebbe formare tutti gli studenti del Paese ad un livello standard sufficente da ridurre le disparità economiche e sociali ?
livello di competenza numerica studenti scuola media superiore e tasso occupazione 20-64 anni
anno 2012 - ns. elaborazioni su dati Istat
I dati provinciali - anno 2012
provincia | tasso occupazione | rank | competenze numeriche | rank |
Bologna | 72,8 | 1 | 218,7 | 1 |
Firenze | 71,6 | 2 | 199,2 | 9 |
Pesaro e Urbino | 70,9 | 3 | 203,1 | 7 |
Milano | 70,7 | 4 | 210,2 | 3 |
Torino | 67,3 | 5 | 208,8 | 5 |
Genova | 66,9 | 6 | 206,8 | 6 |
Brescia | 66,3 | 7 | 213,3 | 2 |
Venezia | 65,9 | 8 | 209,3 | 4 |
Roma | 65,4 | 9 | 199,0 | 10 |
Cagliari | 56,1 | 10 | 184,8 | 15 |
Bari | 52,1 | 11 | 201,7 | 8 |
Messina | 47,8 | 12 | 194,8 | 11 |
Reggio di Calabria | 44,0 | 13 | 185,8 | 14 |
Palermo | 43,4 | 14 | 188,5 | 12 |
Napoli | 40,1 | 15 | 188,4 | 13 |
Nord | 69,3 | 209,5 | ||
Centro | 65,2 | 196,0 | ||
Mezzogiorno | 47,6 | 192,6 | ||
Italia | 61,0 | 200,0 |
martedì 18 giugno 2013
Timido raggio di sole 'statistico' sul settore delle costruzioni: +5,5% produzione ad aprile 2013 rispetto al mese precedente
I dati pubblicati stamane dall'Istat indicano che ad aprile 2013 l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è aumentato, rispetto a marzo 2013, del 5,5%. Era da 13 mesi che non sei registrava una variazione congiunturale più elevata.
Sottolineiamo che si tratta di un dato da prendere con le dovute pinze...le serie destagionalizzate della produzione hanno rivelato anche in passato 'fuochi di paglia'. Nella media trimestrale febbraio-aprile 2013, infatti, l'indice segna ancora una flessione del 6,6% rispetto al trimestre precedente.
Il dato positivo rilevato ad aprile 2013 potrebbe essere associato all'avvicinarsi della scadenza - ad aprile ancora non prorogata - per gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie
Sottolineiamo che si tratta di un dato da prendere con le dovute pinze...le serie destagionalizzate della produzione hanno rivelato anche in passato 'fuochi di paglia'. Nella media trimestrale febbraio-aprile 2013, infatti, l'indice segna ancora una flessione del 6,6% rispetto al trimestre precedente.
Il dato positivo rilevato ad aprile 2013 potrebbe essere associato all'avvicinarsi della scadenza - ad aprile ancora non prorogata - per gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie
Primi quattro mesi 2013: export a +0,5%, UE a -3,2%, extra UE a +5,3%. L'analisi per mercati
Nei primi quattro mesi del 2013 il made in italy segna un limitato 0,5% (-1,2% i volumi) rispetto allo stesso periodo del 2012. Al netto dell'energia l'export cresce dell'1,5% (-0,6% i volumi).
Le vendite sui mercati UE sono in calo del 3,2%, mentre quelle sui mercati extra UE salgono del 5,3%.
E' significativo osservare alcuni mercati particolamrente dinamici.
In UE si segnala la crescita dell'export verso il Belgio, in salita del 19,6%.
L'export in in Giappone sale del 19,5%, in Russia dell'11,5%. In Africa settentrionale la crescita è del 13,3%, in Medio Oriente del 13,1%. I paesi OPEC nel complesso registrano una crescita dell'export italiano del 14,7%, nel Mercosur del 14,8%.
In alcune aree a maggiore dinamismo registriamo un miglioramento rispetto al trend di un anno prima. Accelera l'export in Russia (11,5%, era 7,3% nei primi quattro mesi del 2012), Africa settentrionale (13,3%, era 11,9% un anno prima), Medio Oriente (13,1% era 2,9% un anno prima),
Mercosur (14,8%, era 5,7% un anno prima).
Anche in Cina, dove la crescita nei primi quattro mesi del 2013 l'export sale di un limitato 3,4%, un anno prima l'export scendeva del 10,7%. Nei paesi Asean (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam) la crescita è del 10,8%, era 5,7% un anno prima.
Paesi e aree geografiche e geoeconomiche con miglioramento dinamica esportazioni
var. % gennaio -aprile 2013 e 2012 su stesso periodo anno precedente - - ns. elaborazioni su dati Istat
Le vendite sui mercati UE sono in calo del 3,2%, mentre quelle sui mercati extra UE salgono del 5,3%.
E' significativo osservare alcuni mercati particolamrente dinamici.
In UE si segnala la crescita dell'export verso il Belgio, in salita del 19,6%.
L'export in in Giappone sale del 19,5%, in Russia dell'11,5%. In Africa settentrionale la crescita è del 13,3%, in Medio Oriente del 13,1%. I paesi OPEC nel complesso registrano una crescita dell'export italiano del 14,7%, nel Mercosur del 14,8%.
In alcune aree a maggiore dinamismo registriamo un miglioramento rispetto al trend di un anno prima. Accelera l'export in Russia (11,5%, era 7,3% nei primi quattro mesi del 2012), Africa settentrionale (13,3%, era 11,9% un anno prima), Medio Oriente (13,1% era 2,9% un anno prima),
Mercosur (14,8%, era 5,7% un anno prima).
Anche in Cina, dove la crescita nei primi quattro mesi del 2013 l'export sale di un limitato 3,4%, un anno prima l'export scendeva del 10,7%. Nei paesi Asean (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam) la crescita è del 10,8%, era 5,7% un anno prima.
Dinamica esportazioni per paesi e aree geografiche e geoeconomiche
var. % gennaio -aprile 2013 su stesso periodo anno precedente - ns. elaborazioni su dati Istat
var. % gennaio -aprile 2013 su stesso periodo anno precedente - ns. elaborazioni su dati Istat
Paesi e aree geografiche e geoeconomiche con miglioramento dinamica esportazioni
var. % gennaio -aprile 2013 e 2012 su stesso periodo anno precedente - - ns. elaborazioni su dati Istat
venerdì 14 giugno 2013
Un 'caso' di politica fiscale: IMU capannoni +8,3%, produzione manifatturiera -4,7%
Incertezza per detassazione IMU prima casa. Certezza, invece, dell'aumento dell'8,3% dell'IMU per i capannoni di imprese artigianali e industriali mentre la produzione manifatturiera, nei primi quattro mesi del 2013, scende del 4,7%. Per il settore dei Beni strumentali calo del 6,4%; seguono Beni di consumo durevoli -6,0%, Beni intermedi -5,0%, Energia-3,6% e Beni di consumo non durevoli -1,6%.
Urgente invertire lo spin delle politiche fiscali.
L'analisi completa nel rapporto Confartigianato 'La selva oscura'
Urgente invertire lo spin delle politiche fiscali.
L'analisi completa nel rapporto Confartigianato 'La selva oscura'
martedì 11 giugno 2013
Gap domanda elettrica 86,5 TWH sulle stime 2008: come se fossero state "spente" Marche e Friuli Venezia Giulia
Due recessioni intervallate da una debole ripresa hanno diminuito la domanda effettiva di energia elettrica con un consumo cumulato effettivo nei quattro anni delle due recessioni (2008-2012) di 86,5 TWh in meno delle previsioni di ottobre 2008, pari ad un calo del 5%. Per dare un parametro di confronto va considerato che la minore richiesta equivale all’azzeramento dei consumi di energia elettrica di due regioni ‘medie’ come Marche (37,4 TWh) e Friuli Venezia Giulia (49,2 TWh) per cinque anni.
L'analisi completa su 'Crisi&Energia' rubrica curata da Confartigianato per Quotidiano Energia
L'analisi completa su 'Crisi&Energia' rubrica curata da Confartigianato per Quotidiano Energia
venerdì 7 giugno 2013
Contributi alla crescita del PIL: domanda estera netta +3, consumi famiglie -2,6, Investimenti -1,6
Per il 2012 il contributo alla dinamica del Pil del consumo delle famiglie è di -2,6%, degli investimenti fissi lordi di -1,6% e del consumo pubblico di -0,6%. L’unica componente positiva è la domanda estera netta -
data dalle esportazioni meno le importazioni - con +3,0%.
Per crescere più made in Italy e meno pressione della bolletta energetica, che anche in recessionee rimane al 4,0% del PIL.
Analisi delle criticità della domanda interna, importanza dell'orientamento ai mercai esteri e (sic!) problemi di regolamentazione del made in italy nel nostro articolo su innovazione nei distretti.
data dalle esportazioni meno le importazioni - con +3,0%.
Per crescere più made in Italy e meno pressione della bolletta energetica, che anche in recessionee rimane al 4,0% del PIL.
Analisi delle criticità della domanda interna, importanza dell'orientamento ai mercai esteri e (sic!) problemi di regolamentazione del made in italy nel nostro articolo su innovazione nei distretti.
giovedì 6 giugno 2013
Bassa spesa famiglie e alto fisco sui carburanti: al I trim. 2013 fatturato autoriparazione cade del 9,6% rispetto I trim. 2012
La spesa delle famiglie che nel 2012 cala del 4,3% e lo spiazzamento della spesa per la manutenzione dell'auto determinato dall'elevato peso fiscale sul carburante contribuiscono al calo del fatturato della manutenzione e riparazione di autoveicoli che nel I trimestre del 2013 crolla del 9,6% rispetto al 2012.
E' il primo trimestre peggiore degli ultimi dieci anni.
Nell'autoriparazione lavorano 207.401 addetti. Come dato di paragone dell'importanza del settore, si tratta di 2,4 volte l'occupazione di Fiat in tutta Europa, 10.380 addetti in più di Fiat in tutto il mondo (dati Fiat, Bilancio Sostenibilità 2012)
E' il primo trimestre peggiore degli ultimi dieci anni.
Nell'autoriparazione lavorano 207.401 addetti. Come dato di paragone dell'importanza del settore, si tratta di 2,4 volte l'occupazione di Fiat in tutta Europa, 10.380 addetti in più di Fiat in tutto il mondo (dati Fiat, Bilancio Sostenibilità 2012)
Dinamica fatturato manutenzione e riparazione autoveicoli 2002-2013
var. % tendenziale al I trimestre dell'anno
ns. elaborazione su dati Istat
mercoledì 5 giugno 2013
Manifatturiero entra in deflazione: prezzi alla produzione sul mercato interno -1,1% in Italia. Fatturato in calo del 9,4%
La comparazione internazionale di Eurostat pubblicata ieri indica che nel mese di aprile 2013 l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali sul mercato interno diminuisce dell'1,1% rispetto ad aprile 2012. In Italia i prezzi alla produzione calano maggiormente rispetto all'UE 27 ed Eurozona, dove la flessione si limita al -0,2%.
Bisogna tornare a dicembre 2009 per trovare la deflazione dei prezzi alla produzione sul mercato interno.
Il ribasso dei prezzi in un contesto in cui il fatturato delle imprese manifatturiere sul mercato interno nei primi tre mesi del 2013 cade del 9,4%
Debolezza domanda estera: deflazione prezzi manifatturiero sul mercato estero - area non euro (-0,5%) nonostante tra aprile 2012 e aprile 2013 svalutazione dell'euro sul dollaro dell'1%
Bisogna tornare a dicembre 2009 per trovare la deflazione dei prezzi alla produzione sul mercato interno.
Il ribasso dei prezzi in un contesto in cui il fatturato delle imprese manifatturiere sul mercato interno nei primi tre mesi del 2013 cade del 9,4%
Debolezza domanda estera: deflazione prezzi manifatturiero sul mercato estero - area non euro (-0,5%) nonostante tra aprile 2012 e aprile 2013 svalutazione dell'euro sul dollaro dell'1%
Dinamica tendenziale prezzi alla produzione sul mercato interno
var. % annua
ns. elaborazione su dati Istat
lunedì 3 giugno 2013
Squilibri fiscali: per i comuni tributi +1.240 milioni (+6,0%), spesa interventi sociali +49 milioni (+0,7%).
Gli ultimi dati Istat pubblicati venerdì scorso indicano che la spesa per interventi e ai servizi sociali gestita da comuni pari a 7,1 miliardi euro,è aumentata dello 0,7% (49 milioni); a prezzi costanti la variazione diventa di segno negativo (-1,5%)
Nello stesso periodo le entrate tributarie e contributi sociali dei comuni, pari a 21,9 miliardi, sono salite del 6,0% (1.240 milioni)
Dati statistici 'distanti', ma che mostrano che gli squilibri del rapporto centro-periferia condannano i cittadini dei comuni ad un maggiore prelievo e, nel contempo, a minori servizi.
Nello stesso periodo le entrate tributarie e contributi sociali dei comuni, pari a 21,9 miliardi, sono salite del 6,0% (1.240 milioni)
Dati statistici 'distanti', ma che mostrano che gli squilibri del rapporto centro-periferia condannano i cittadini dei comuni ad un maggiore prelievo e, nel contempo, a minori servizi.