venerdì 30 gennaio 2015

A dicembre 2014 si riduce lo spread Italia-Eurozona del tasso di disoccupazione

I dati sul mercato del lavoro pubblicati stamane evidenziano alcuni segnali di miglioramento. L'analisi sul portale Confartigianato

Lo spread della disoccupazione Italia-Uem


A gennaio 2015 sale la fiducia delle imprese: con la composizione settoriale dell'artigianato indice fiducia a 90,9, +2,9 rispetto a 88,0 di dicembre 2014.

A gennaio l'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), in base 2005=100, mostra un miglioramento, salendo a 91,6 da 87,6 di dicembre 2014.

Migliora la fiducia delle imprese dei servizi di mercato (a 94,7 da 86,8) e delle imprese di costruzione (a 77,3 da 72,6), mentre scende lievemente quello delle imprese manifatturiere (a 97,1 da 97,3) e, in misura piu' consistente, quello del commercio al dettaglio (a 99,5 da 104,7).

Se calcoliamo la media dell'indice che tiene conto del peso degli addetti dell'artgianato nei diversi settori osserviamo che l'indice del clima di fiducia delle imprese artigiane sale a a 90,9, con una variazione positiva dell'indice di 2,9 rispetto al valore di 88,0 di dicembre 2014; con l'aumento di gennaio si recuperano i livelli di fiducia dell'estate 2014


Indice clima fiducia: totale imprese e comp. settoriale artigianato
2012-2014 - ns. elaborazione su dati Istat
 

martedì 27 gennaio 2015

Cibi globalizzati: importiamo prodotti alimentari da 148 Paesi nel Mondo e il consumatore vuole conoscere dove viene prodotto il cibo che mangia

La richiesta di Confartigianato dell'indicazione dello stabilimento di produzione sulle etichette dei prodotti alimentari  si fonda sulla necessità di fornire informazioni al consumatorie in un mercato fortemente globalizzato.
Nei primi dieci mesi del 2014 l'Italia importa prodotti alimentari da 148 Paesi, con il 24,1% import da Paesi extra UE: l'analisi di Confartigianato

lunedì 26 gennaio 2015

Austerità in Europa: in dieci anni in Grecia saldo primario positivo solo 3 anni, in Italia per 9 anni, in Germania per 8 anni. In Grecia pressione fiscale di 5,7 punti più bassa che in Italia

Il risultato elettorale in Grecia sembra aver bocciato i programmi di austerità definiti con l'UE dopo lo scoppio della crisi del debito sovrano.
Per valutare il grado di restrizione fiscale di una economia si guarda ala saldo di bialncio promario, entrate meno uscite al netto di quelle per interessi. Nel 2015 il saldo primario della Grecia è previsto al 4,1% del Pil; a seguire la politica fiscale  più restrittiva nell'UE la riscontriamo in Italia e Germania, con un saldo primario all'1,8% del Pil.
Nell'arco di dieci anni che vanno dal 2006 al 2015 si osserva un bilancio pubblico in attivo, al netto della spesa per interessi, per 9 anni in Italia, per 8 anni in Germania e per soli 3 anni in Grecia.
Nel 2015 la pressione fiscale in Grecia è prevista al 37,6%, 5,7 punti in meno del 43,3% previsto in Italia.

Alcuni numeri sulla Grecia


Saldo primario in % del Pil anno 2015
ns. elaborazioni su dati CE


Pressione fiscale in % del Pil, 2015
ns. elaborazioni su dati CE
Numero anni con saldo primario positivo nel decennio 2006-2015
ns. elaborazioni su dati CE
 

Italia con Brasile e Giappone economie dello 'zero virgola'

Le previsioni di gennaio del Fondo Monetario Internazionale indicano per il 2015 una crescita dello 0,4% e per il 2016 del 0,8%, ribassando di 0,5 punti le previsioni di ottobre sia per il 2015 che per il 2016; tra le economie avanzate si tratta della revisione al ribasso più ampia.
Calcolando il tasso di crescita medio 2015-2016 tra i 16 Paesi su cui il Fmi ha pubblicato le previsioni, l'Italia presenta la crescita più bassa (0,6% medio all'anno); fa peggio solo la Russia, che è in recessione (-2,0% medio nel biennio).
Nel biennio la crescita mondiale si ferma al 3,5%, con una revisione al ribasso di 0,3 punti rispetto alle previsoni di tre mesi fa. La  crescita delle economie emergenti si ferma al 4,5%, con un ribasso delle previsioni di 0,6 punti rispetto alle previsioni di ottobre. La minore crescita degli emergenti depotenzia il pilastro della crescita economico dato dalla domanda estera: nel 2014 le vendite del made in Italy nei mercati extra Ue sono stazionerie (-0,1%).

Tasso di variazione media del Pil nel 2015-16
valori concatenati a prezzi costanti - ns. elaborazione su dati Fmi

Ripresa ancora debole: a novembre 2014 ordinativi -0,5% y/y nei settori a maggiore presenza di artigianato

A novembre egli ordinativi nei sette settori a maggiore presenza di imprese artigiane mostrano una flessione dello 0,5% rispettoa novembre 2013.

L'analisi sul portale Confartigianato

domenica 25 gennaio 2015

L'attesa in Europa degli esiti del voto in Grecia: alcuni numeri


I rischi sistemici connessi ad una possibile nuova ristrutturazione del debito pubblico greco preannunciati nel programma elettorale di Tsipras provengono da un'economia il cui prodotto interno lordo nel 2013 vale 182.054 milioni di euro, equivalente al Pil realizzato da Veneto e Liguria messe insieme.



Il Pil dell'intera Eurozona vale 53 volte l'economia della Grecia; il debito pubblico della Grecia, pur ingente in percentuale del Pil (176,0% del Pil al III  trimestre 2014); nel 2014 il debito greco rappresenta il 3,3% del debito pubblico complessivo dei Paesi dell'intera Eurozona a 18.
Le esportazioni della Grecia (27.553 mln euro nel 2013) sono inferiori all'export delle province di Vicenza e Brescia messe insieme (29.268 mln, di cui 15.607 milioni a Vicenza e 13.660 milioni a Brescia).

Gli attuali rischi per l'Eurozona consistono in deflazione e scarsa domanda, associate a politiche fiscali restrittive. Per rilanciare le economie europee sono quindi necessarie politiche della domanda; ma in questa prospettiva appaiono inopportune anche le politiche espansive poco sostenibili come quella sulle pensioni della Grecia-pre crisi che proiettavano la spesa pensionistica nel 2060 al 24,1% del Pil, oltre 10 punti la media europea.

Le previsioni della Commissione Europea sulla spesa pensionistica in GRECIA  e UEM : confronto tra «The 2009 Ageing Report» e «The 2012 Ageing Report» 2007-2060 - % del Pil - ns. elaborazione su dati CE


giovedì 22 gennaio 2015

mercoledì 21 gennaio 2015

Italia primo Paese europeo per occupazione in micro e piccole imprese manifatturiere fino a 20 addetti

L'Italia con 1,5 milioni di occupati, è il primo Paese europeo per numero di occupati nel settore manifatturiero in micro e piccole imprese (MPI) fino a 20 addetti; di questi due terzi (64,8%) sono occupati in imprese artigiane.
Manifatturiero artigiano e i materiali: dai metalli ai tessuti, dal cibo alle pelli, dalle pietre al legno, dalla plastica alla ceramica, dal vetro alla carta e il “valore artigiano” della manifattura.

Confartigianato for Expo presenta "IL FUORI EXPO DELLE ECCELLENZE ITALIANE”

L'analisi dell'Ufficio Studi di Confartigianato

martedì 20 gennaio 2015

Nei primi 11 mesi del 2014 export verso Usa a +10% mentre in Russia -12%. Cina supera la Russia. Cambio euro con dollaro ai livelli di fine 2003 mentre il rublo si svaluta del 61,5%

L'analisi dei dati Istat sul commercio estero usciti stamane  evidenziano a novembre 2014 una frenata con una riduzione congiunturale delle esportazioni dell'1,1% rispetto ad ottobre settembre, sintesi di una maggiore tenuta dei mercati Ue (-0,6%) e della più marcata flessione di quelli extra Ue (-1,7%).
L'analisi del made in Italy nei settori di micro e piccola impresa
Nei primi undici mesi dell'anno l'export cresce dell'1,6%, risultato di un aumento delle vendite verso UE del 3,5% e una diminuzione di quelle verso i Paesi extra UE dello 0,6%.
Nel corso dell' anno, tra i maggiori partner commerciali si registra una crescita delle vendite del made in Italy superiore alla media in Belgio (+15,2%), Polonia (+10,0%), Stati Uniti (+9,9%), Repubblica ceca (+9,0%), Regno Unito (6,0%), Cina (+5,9%), Spagna (+4,2%), Romania (+3,8%) e Germania (+3,4%).
Cali più intensi per Turchia (-4,9%), Svizzera (-7,6%), Russia  (-11,7%) e Giappone (-11,9%).
Il crollo del mercato russo - pari a 1.170 milioni di vendite in meno in 11 mesi - è maggiore del calo totale delle vendite extra UE (-988 milioni euro).
Azzerando il calo di esportazioni verso la Federazione Russa il made in Italy nei primi 11 mesi  del  2014 salirebbe del 1,9%, 0,3 punti sopra all'1,6% registrato effettivamente. A seguito degli andamenti sopra descritti, per valore export la Cina supera la Russia.

Dinamica export primi 11 mesi 2014 per i maggiori mercati
var. % tendenziale - ns. elaborazioni su dati Istat


Il sorpasso della Russia da parte della Cina
export primi 11 mesi 2013 e 2014 in milioni - ns. elaborazioni su dati Istat


La dinamica del commercio estero - e i buoni risultati dell'export sui mercato degli Stati Uniti - sono influenzati da una fase di forte svalutazione dell'euro rispetto al dollaro: a gennaio 2015 (media fino al 19) il cambio euro/dollaro si colloca a 1,1773 superando i precedenti picchi negativi di luglio 2012 e giugno 2010 e tornando ai livelli di novembre 2003.
All'opposto l'ampia svalutazione del rublo contribuisce alla penalizzazione delle vendite delle imprese italiane sul mercato russo: a gennaio 2014 (sempre primi 19 giorni) la valuta russa si è deprezzata del 61,5% in un anno arrivando a quotare 74,32 rubli per euro.


Dinamica tasso di cambio dollaro/euro
gennaio 2000-gennaio 2014 (media 1-19/1) - dollari US per 1 euro - ns. elaborazioni su dati Bce


Dinamica tasso di cambio rublo/euro
gennaio 2000-gennaio 2014 (media 1-19/1) - rubli per 1 euro - ns. elaborazioni su dati Bce