martedì 10 settembre 2013

Deboli segnali di ripesa, ma rimangono alti i rischi per un elevato costo dell’energia: per i carburanti in Italia il prezzo più alto d’Europa (+11,5% rispetto Uem)

Gli effetti dei deboli segnali anticiclici rischiano di essere neutralizzati dalla dinamica del prezzo del petrolio di questa turbolenta fine estate. La crisi siriana con gli associati rischi di un 'effetto domino', le tensioni in Egitto, paese chiave per le rotte di commercializzazione del petrolio, le instabilità diffuse in altre aree dell’Africa, tra cui la Libia, sullo sfondo di un aumento della domanda internazionale hanno innescato una pericolosa fiammata sui prezzi internazionali del greggio. Per le imprese italiane i rischi di un incremento del prezzo del petrolio amplificano le criticità ben note sul fronte dei costi dell'energia. Oltre a spread su elettricità e gas in Italia si registra il prezzo dei carburanti più alto d'Europa con un costo medio  - che tiene conto dei pesi basati sui consumi - dell'11,5% superiore alla media dell'Eurozona; in particolare l'Italia registra il costo più elevato tra le ventotto nazioni europee per la Benzina verde, dell’8,4% superiore alla media dell'Eurozona, e il terzo costo più elevato per il gasolio auto, dove il divario sale al 14,9% in più rispetto alla media dell'Eurozona.
L'analisi in Crisi&Energia su QE- Quotidiano Energia

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