mercoledì 31 dicembre 2014

Paradossi della disoccupazione italiana: a Bolzano la più bassa disoccupazione in Europa, inferiore alla Germania; la più alta, dopo Spagna e Grecia, in Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Sardegna

Se confrontiamo il tasso di disoccupazione al III trimestre 2014 tra le regioni e province autonome italiane e gli altri 27 Paesi dell'Unione Europea troviamo che nei 48 territori esaminati la disoccupazione più bassa si riscontra a Bolzano dove le persone in cerca di lavoro sono il 4,2% della forza lavoro, 0,6 punti inferiore al 4,8% della Germania e di 0,8 punti inferiore al 5,0% dell'Austria. Segue Trento con un tasso di disoccupazione del 5,7% inferiore di 0,2 punti al  5,9% di Malta e Repubblica ceca e di 0,4 punti inferiore al 6,1% del Regno Unito.
All'opposto la più alta disoccupazione in Europa si riscontra nel tasso del 25,6% della Grecia e del 23,7% della Spagna; subito dopo vengono cinque grandi regioni del Mezzogiorno: Sicilia (disoccupazione al 21,2%), Puglia e Calabria (20,6%), Campania (20,3%) e Sardegna (19,1%).

Tasso disoccupazione al III trimestre 2014 - regioni italiane e paesi UE 28
15 anni ed oltre  - % forza lavoro - ns. elaborazione su dati Istat ed Eurostat
* dato al III trim. 2014


martedì 30 dicembre 2014

A dicembre 2014 stabile fiducia imprese mentre si registra terzo calo consecutivo della fiducia dei consumatori

A dicembre 2014 l'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), espresso in base 2005=100, è stabile, rispetto al mese precedente, a 87,6.
Il clima di fiducia delle imprese migliora nel settore manifatturiero ed in quello del commercio al dettaglio; peggiora nel settore delle costruzioni e dei servizi di mercato.
Nel I trimestre 2014 fiducia scende leggermente (-0,4 punti); non è un buon segnale: la fiducia nell'ultimo trimestre di recessione - prima della precedente ripresa, avviata nel III trim. 2009  - saliva di 5,9 punti.


Sul fronte della domanda l'indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a dicembre a 99,7 da 100,2 del mese di novembre e si colloca al di sotto dei livelli di marzo 2014
A livello territoriale il clima di fiducia di dicembre aumenta rispetto a novembre nel Nord-ovest (+0,6 punti successivo al forte calo di 5 punti a novembre), diminuisce nel Nord-est (-2,5 punti) e al Centro (-0,9 punti), è stazionario nel Mezzogiorno (dopo 5 mesi consevutivi in cui l'indice è sceso di 7,4 punti).

Da luglio è in progressivo peggioramento il giudizio sulla situazione economica del Paese: a dicembre tocca un saldo negativo di -108, lo stesso livello di marzo (-109).

 Giudizi sulla situazione economica dell'Italia
saldi ponderati destagionalizzati - ns. elaborazione su dati Istat
 

Torna a salire la quota di consumatori che ha attese positive sulla situazione economica del Paese (32,8% a dicembre) anche se è inferiore di 13,6 punti al massimo del 46,4% di giugno.

Attese sulla situazione economica dell'Italia
% con attese positive - ns. elaborazione su dati Istat

lunedì 29 dicembre 2014

A ottobre stasi vendite al dettaglio. Nel III trimestre 2014 spesa famiglie +0,1% (era 0,2% trimestre precedente)

Ad ottobre 2014 l'indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio - dato che comprende la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi - è invariato rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre agosto-ottobre 2014, l'indice mostra una flessione dello 0,3% sui tre mesi precedenti. Nei cinque mesi di erogazione del bonus da 80 euro non si è mai registrato un aumento delle vendite al dettaglio.
Un segnale migliore sui consumi - soprattutto per la continuità - arriva dai conti nazionali che al III trimestre 2014 indicano un lieve risveglio della spesa delle famiglie residenti, in aumento del +0,1% rispetto trimestre precedente. Va segnalato che anche in relazione a questa variabile l'erogazione del bonus da 80 euro non ha accelerato la dinamica dei consumi (+0,2% nel trimestre precedente).

La letteratura economica e numerose analisi quanititative dimostrano che le aspettative di futuri incrementi di imposte possono ridurre gli effetti delle politiche fiscali espansive: le incertezze sulla tassazione immobiliare connesse con la riforma del catasto, della tassazione locale e gli aumenti di imposte indirette previsti dalle clausole di salvaguardia - che aumenteranno la pressione fiscale nel 2016 e 2017 -  danno un segnale restrittivo sulle aspettative dei consumatori e degli acquirenti di immobili.

Dinamica congiunturale vendite al dettaglio 2013-2014
var. % rispetto al mese precedente - ns. elaborazione su dati Istat
 

Dinamica congiunturale spesa famiglie
dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario I tri. 2013-III trim. 2014
var. % rispetto al trimese precedente - ns. elaborazione su dati Istat


venerdì 26 dicembre 2014

A quattro mesi da inizio Expo 2015 - In Italia 90.980 aziende artigiane del settore alimentare +0,4% in ultimo anno. In crescita anche occupazione del settore +5,4%

Qualità e tradizione del cibo italiano fanno bene all’export, ma anche alle imprese e all’occupazione. Infatti, se il food made in Italy va forte sulle tavole di tutto il mondo il merito è delle 90.980 aziende artigiane del settore alimentare che, rispetto al 2013, sono aumentate dello 0,4%. In crescita anche gli addetti del comparto: 158.368 nel 2014, vale a dire il 5,4% in più rispetto allo scorso anno.
Maggiore crescita per imprese artigiane nel comparto Vini, distillerie, birre e altre bevande (+3,4%), seguito da Lattiero-casearia (+2,2%), Cibi da asporto (+0,7%) e Pasticceria, panifici e gelaterie (+0,5%).
Tra le regioni principali crescita più intensa dell’artigianato alimentare  in Sicilia (+1,3%), Campania (0,8%), Piemonte e Lombardia (+0,6%).

Italia è la prima in Europa per numero di prodotti agroalimentari di qualità (DOP, IGP e STG): sono in totale 261, il (22,1%) del totale dei prodotti di qualità europei censiti, con 7.090 imprese di trasformazione, in aumento dell’1,1% in un anno; attivi soprattutto nella lavorazione dell'Olio extravergine di oliva (26,3% del totale), dei Formaggi (23,9%) e degli Ortofrutticoli e cereali (16,4%).
In Italia sono 4.813 i prodotti agroalimentari tradizionali: la sola Toscana ne conta quasi un decimo (9,6%) e precisamente 463, seguita dalla Campania con 429 (8,9%), dal Lazio con 386 (7,7%), dal Veneto con 371 (7,7%) e dall’Emilia-Romagna con 356 (7,4%).

Il comunicato con i dati dell'analisi del report sull'artigianato alimentare dell'Ufficio Studi Confartigianato

martedì 23 dicembre 2014

Primi 11 mesi 2014 export Usa +9,9% e Cina +5,9%. Male Russia (-11,7%) e Giappone -11,9%; a novembre -23,2% export verso Russia

A novembre 2014 export extra UE verso Usa cresce del 15% rispetto novembre 2013, verso l'India del 12,9%. Più contenuta la crescita verso Svizzera (4%) e Cina (2,2%). Crollo made in Italy in Russia (-23,2%) e Giappone (-19,6%).
Negli 11 mesi del 2014 migliore performance per Usa (+9,9%) e Cina (+5,9%. Stasi per India (0,6%) mentre arretrano rispetto lo stesso periodo del 2013 Turchia (-4,9%), Svizzera (-11,7%) Russia (-11,7%) e Giappone (-11,9%).

Dinamica export vs. maggiori Paesi extra UE
var. % tendenziali - ns. elaborazioni su dati Istat

lunedì 22 dicembre 2014

Nel 2016 torna ad aumentare la pressione fiscale. La riduzione del 2017 a legislazione vigente viene annullata dagli aumenti Iva e accise

Rispetto al quadro tendenziale di finanza tracciato nella Nota di aggiornamento al DEF la manovra di bilancio della Legge di Stabilità riduce la pressione fiscale di 0,2 punti nel 2015, ma dal 2016 torna a salire di 0,4 punti arrivando al 43,6%. Nel 2017 il quadro tendenziale prevedeva una discesa della pressione fiscale; all'opposto l'impatto della clausola di salvaguardia, la fa risalire: "dopo il lieve calo dovuto agli sgravi tributari e contributivi concessi nel 2015, la pressione fiscale sale di 0,4 punti percentuali, passando dal 43,2 per cento del 2015 al 43,6 nel 2016 e nel 2017, raggiungendo un nuovo punto di massimo dal 1995" (UPB-Ufficio parlamentare di bilancio, Rapporto politica di bilancio 2015, pag. 27)
Inoltre si osserva che "l’aumento della pressione fiscale – da 43,3 per cento nel 2014 a 43,6 per cento nel 2017 – sarebbe il risultato di una diminuzione di 0,7 punti di PIL dei contributi sociali, più che controbilanciata dall’incremento di un punto della pressione tributaria. Quest’ultimo è concentrato per l’80 per cento nelle imposte indirette, per effetto, in particolare, dell’aumento delle aliquote dell’IVA dal 2016 e delle clausole di salvaguardia sulle accise, misure introdotte dal DDL di stabilità" (Upb, Rapporto politica di bilancio 2015, pag. 23;  grassetti sono nostri)

Pressione fiscale delle Amministrazioni pubbliche  in % del Pil  dal  2011 al 2017
ns. elaborazioni su dati Mef e UPB-Ufficio parlamentare di bilancio

sabato 20 dicembre 2014

Indicatori anticipatori del ciclo: stasi (-0,2% m/m) ordini manifatturieri indica ritardo nella ripresa

Ad ottobre per gli ordinativi totali - manifatturiero, estrattivo ed energia - si registra un sostanziale stasi, con  incremento congiunturale dello 0,1%; migliorano le condizioni della domanda interna con aumento dell'1,5% degli ordinativi interni mentre flette la domanda estera, con una riduzione dell'1,9% di quelli esteri.
Nel confronto con il mese di ottobre 2013, l'indice grezzo degli ordinativi segna una flessione dello 0,2%; il maggiore aumento si osserva nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (8,1%).
La tendenza di ottobre corregge, in parte, il trend del 2014: nei primi dieci mesi dell'anno, infatti, persiste aumento degli ordinativi dell'1,2%, tutto dovuto al +2,8% degli ordini esteri, mentre gli ordini interni sono stazionari (0,0%).

Dinamica tendenziale ordini manifatturiero, estrattivo ed energia
var. % rispetto setsso periodo anno precedente - ns. elaborazioni su dati Istat

venerdì 19 dicembre 2014

L'e-commerce che intercetta l'offerta di imprese artigiane: 12% dei navigatori compra online abiti e 9% articoli per casa

Gli acquisti on line che intercettano maggiormente l'offerta delle imprese artigiane riguarda gli Abiti e articoli sportivi, Articoli per la casa (mobili, giocattoli, ecc.), Software e Prodotti alimentari.
Nel 2014 nella graduatoria degli acquisti via web troviamo al primo posto abiti e articoli sportivi (3.644.000 persone di 14 anni ed oltre, pari al 35,3% di coloro che hanno effettuato acquisti negli ultimi 12 mesi); seguono gli acquisti di articoli per la casa (2.618.000 soggetti pari al 25,4% dei navigatori), software (1-024.000 soggetti pari al 9,9%) e prodotti alimentari (preziosa nicchia di 658.000 utenti, pari al 6,4%).
Con differente chiave di lettura, se consideriamo l'incidenza sul totale degli utenti internet troviamo che gli acquisti via web di abiti e articoli sportivi è effettuato dal 12,0% dei navigatori internet, quelli di articoli per la casa dall'8,9%, quella per software per computer del 3,4% e quella per prodotti alimentari del 2,2%.
In questa prospettiva la media - ponderata con i relativi fatturati settoriali delle imprese con meno di 20 addetti - della propensione all'acquisto on line di prodotti offerti da imprese artigiane è del  5,8% dei navigatori.
Le tipologie di prodotti esaminate interessano mercati in cui operano 192.939 imprese con meno di 20 addetti, con 626.567 addetti e un fatturato di 62.736 milioni.
La regione con la maggiore quota di utenti internet che acquistano on line beni a vocazione artigianale è il Trentino-AltoAdige con il 8,9%, seguita dalla Valle d'Aosta con il 7,2%, Sardegna e Friuli-VG con 7,2%,  Lombardia con 7,1%, Umbria con 7,0%.

Quota utenti internet che acquistano prodotti offerti da imprese artigiane 
(abiti, articoli sportivi, articoli per la casa, software e prodotti alimentari)
anno 2014 - % su utenti internet - ns. elaborazioni su dati Istat
 












giovedì 18 dicembre 2014

Salgono a 13,5 milioni gli italiani che comprano on line (44,6% utenti in rete). Oltre metà (50,7%) imprenditori e lavoratori autonomi sui social network.

In Italia cresce l'uso dell'e-commerce: il 34,1% degli utenti Internet ha ordinato e/o comprato beni e/o servizi per uso privato, con un aumento di 2,6 punti rispetto il 31,5% del 2013.

I valori più elevati di acquisti via web riscontrati per pernottamenti per vacanza (37,3%) e l’acquisto di abiti e articoli sportivi (35,3%); la maggiore crescita per articoli per la casa (+5,1 punti percentuali) e gli abiti e gli articoli sportivi (+3,8 punti percentuali).

La regione in cui gli utenti internet hanno la maggiore propensione all'e-commerce è il Trentino-AltoAdige con 46,0%, seguito da Friuli-VeneziaGiulia con 42,3%, Lombardia con 40,6%, Sardegna con 40,4% e Toscana con 39,4%

% utenti internet che hanno acquistato on-line negli ultimi 12 mesi per regione
anno 2014 - 14 anni ed oltre - ns. elaborazione su dati Istat


Nel 2014 sale al 50,7% la quota di imprenditori e lavorataori indipendenti che partecipano a social network - come Facebook e Twitter - con un incremento di 3,7 punti rispetto al 47,0% del 2013. Nel complesso si tratta di 2.334.000 soggetti.

La regione con la maggiore vocazione dell'utenza internet totale ai social network è Campania con il 66%, seguita dalla Sicilia con 64,6%, Umbria con 64,4%, Lazio con 61,6% e Calabria con 61,5%.

% utenti internet che hanno partecipano a social network per regione
anno 2014 - 15 anni ed oltre - ns. elaborazione su dati Istat