martedì 25 agosto 2015

I settori del made in Italy in Cina

Le turbolenze sui mercati finanziari internazionali di questi giorni potrebbero segnalare - tra l'altro - la prospettiva di un rallentamento dell'economia cinese che avrà influenze sulle vendite del made in Italy.
L'export italiano verso la Cina è composto da un terzo (31,8%) di Macchinari; seguono con il 16,6% il Tessile, abbigliamento e pelli, con il 9,9% i Mezzi di trasporto, con il 6,1% i Prodotti chimici, con il 5,5% i Prodotti farmaceutici, con il 5,3% i Prodotti di metallo e con il 5,0% Prodotti delle altre attività manifatturiere.
A fronte di una sostanziale staticità (+0,8%) dell'export verso la Cina nei primi sei mesi del 2015, la dinamica  è risultata particolarmente positiva per  Prodotti delle altre attività manifatturiere in salita del 40,3%, Articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+32,3%), Prodotti alimentari, bevande e tabacco (+31,0%) e Prodotti tessili e dell'abbigliamento, pelli e accessori (+14,4%). All'opposto si registrano marcati cali nei settori di Macchinari ed apparecchi n.c.a. (-9,9%), Legno e prodotti in legno; carta e stampa (-14,2%) e Mezzi di trasporto (-22,3%).
 
Dinamica export verso la Cina nei primi sei mesi del 2015 per settore
var. % tendenziale - ns. elaborazioni su dati Istat

 

sabato 22 agosto 2015

Occupazione stranieri a +3,8% vs. 0,3% italiani

L'analisi dei più recenti dati sul mercato del lavoro relativi al I trimestre 2015 evidenziano una crescita dell’occupazione dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+133 mila unità), più marcata per la componente straniera che aumenta del 3,8% (+83 mila unità) mentre per gli occupati italiani salgono dello 0,3% (+50 mila unità); in particolare la maggiore crescita dell’occupazione dipendente a tempo indeterminato (+0,2%) risulta concentrato tutto nell’occupazione straniera (+3,1%) mentre risulta stazionaria (-0,1%) quella degli italiani.

L'analisi Confartigianato sul mercato del lavoro.

domenica 16 agosto 2015

Serve più crescita: su base annuale Italia a +0,5%; tra 22 Paesi Ue solo Finlandia fa peggio.

Nel secondo trimestre del 2015 il prodotto interno lordo, espresso a prezzi costanti, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nel confronto con il secondo trimestre del 2014. Secondo questa prospettiva annuale tra 22 economie Ue l'Italia segna il tasso crescita più basso; fa peggio solo la Finlandia che su base annua segna un arretramento del Pil dell'1%.
La più contenuta dinamica tendenziale del Pil mette in evidenza una maggiore debolezza della ripresa rispetto alle altre economie europee.

Dinamica del Pil tendenziale al II trimestre 2015
ns. elaborazione su dati Eurostat - n.d. Denmark, Ireland, Croatia, Luxembourg, Malta, Slovenia

giovedì 13 agosto 2015

Export verso Cina vicino a 'crescita zero'

Nei giorni della svalutazione dello yuan cinese, l'analisi dei dati Istat evidenzia che nei primi sei mesi del 2015 l'export verso la Cina è sostanzialmente statico (+0,8%), a fronte di un made in Italy che cresce del 5,0%; la dinamica del cambio influirà negativamente sulle statistiche delle vendite in Cina relative alla seconda metà dell'anno.
Vanno evidenziati i) i tassi di crescita a doppia cifra di Usa (+27,5%), India (+13,7%), Turchia (10,1%) e Repubblica ceca (+10%), ii) la staticità delle vendite nei principali mercati di sbocco del made in Italy: Germania -0,1% e Francia -0,4% e iii) la caduta di oltre un quarto (-28,9%) dell'export verso la Russia.

Dinamica export primi 6 mesi 2015
var. % tendenziale - ns. elaborazione su dati Istat
 

lunedì 8 giugno 2015

Alcuni trends del mercato del lavoro che fanno da sfondo al boom di occupati di aprile 2015

I dati della scorsa settimana sul mercato del lavoro rappresentano una rarità statistica e vanno, quindi, valutati dopo il loro consolidamento.
Al forte incremento degli occupati di aprile 2015 fanno da sfondo alcuni trends su base annua esaminati dall'Ufficio Studi di Confartigianato

Dinamica tendenziale occupazione per genere, età e cittadinanza
(Var. % I trimestre 2015 rispetto a I trimestre 2014 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

lunedì 20 aprile 2015

Ripresa con motore a bassa potenza per l'Italia: per tasso crescita 2015-2016: Italia con Cipro in ultima posizione tra 36 economie avanzate.

L'analisi di Confartigianato pubblicata stamane su Repubblica.it  evidenzia che l'Italia ha una minore forza della ripresa rispetto alle maggiori economie avanzate. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale pubblicate martedì scorso indicano per il nostra Paese una crescita allo 0,5% nel 2015 e dell'1,1% nel 2016, in miglioramento rispettivamente di 0,1 punti e 0,3 punti rispetto alle precedenti previsioni del Fmi di gennaio e comunque meno accentuate rispetto al recupero previsto da Governo che nel Documento di Economia e Finanza (DEF) pubblicato lo scorso 10 aprile prevede una crescita dello 0,7% nel 2015 e dell'1,3% nel 2016.
Il motore della crescita dell’Italia sviluppa una minore potenza: se prendiamo a riferimento il tasso di crescita medio 2015-2016 nei 36 Paesi avanzati, l'Italia si colloca all'ultimo posto insieme con Cipro. Nel dettaglio mentre Taiwan cresce ad un tasso del 3,9%, l'Irlanda del 3,6%, Israele e Corea del 3,4%, la crescita dell'Italia si ferma allo 0,8%, di gran lunga inferiore al 2,5% del Regno Unito, al 2,3% della Spagna all'1,6% di Germania, all'1,3% di Francia. Esaminando i Paesi del Mezzogiorno d'Europa la Grecia (+3,1%) segna un ritmo di crescita triplo di quello dell'Italia e il Portogallo (1,6%) doppio.
La bassa crescita si associa ad una domanda debole, con particolare riferimento agli investimenti in dieci anni il gap con l'Europa vale 57 miliardi di minori investimenti pubblici mentre spesa primaria corrente sale di 128 miliardi.

domenica 15 marzo 2015

Per tornare a crescere mix di riforme e domanda: nella crisi -10,8% Pil pro capite mentre in Uem recuperati livelli pre crisi

Tra i maggiori Paesi dell'Eurozona l'Italia ha la performance peggiore del Pil pro capite: secondo i dati della Commissione Europea nel 2016 l'Eurozona avrà recuperato i livelli pre crisi del 2007, mentre in Italia persisterà un gap del 10,8%.
Le riforme, a regime nel 2020, daranno un impulso positivo sul Pil per 3,6 punti ma, a fronte dei danni subiti dalla nostra economia in due ravvicinati cicli recessivi , non sono sufficenti. Per recuperare gli effetti servono politiche della domanda, di cui l'Italia è carente: l'analisi dell'Ufficio Studi di Confartigianato evidenzia che dal 2,8% del Pil nel 2011 gli investimenti pubblici scendono al 2,2% nel 2015 e proseguiranno la discesa (2,1%) nel 2016. Nel 2015 la domanda di investimenti è di mezzo punto di Pil inferiore alla media dell’Eurozona (era 0,3 punti nel 2011): se la spesa pubblica per investimenti italiana si allineasse alla media europea avremmo maggiori investimenti per 8.042 milioni di euro.
Per far fruttare al meglio gli investimenti pubblici, gli incrementi di domanda pubblica vanno affiancati da una efficace normativa anticorruzione.

Pil pro capite
2007 =100 - ns. elaborazioni su dati Commissione Europea





mercoledì 4 marzo 2015

Crescono le Srl artigiane (+3,3%), in controtendenza alla fase di selezione dell'artigianato (-1,4%). Occupazione arriva vicino al 20% in Veneto e Marche

Confartigianato esamina la dinamica delle imprese per forma giuridica, evidenziando come le forme più strutturate - rappresentante dalle Srl - mostrano una dinamica crescente, pur in un contesto caratterizzato dalla forte selezione nell'artigianato.
L'panalisi evidenzia che l'occupazione nelle Srl artigiane arriva al 14% dell'intero comparto, ma in alcune regioni a forte vocazione manifatturiera questa incidenza sale e arriva al 19,6% in Veneto, al 19,3% nelle Marche e  al 18% in Emilia-Romagna.

giovedì 19 febbraio 2015

Prestiti alle imprese ancora in calo: -2,5% piccole imprese, più marcato (-4%) artigianato. Tassi in calo: spread Italia-Germania a 71 p.b. (-55 p.b. in un anno)

L'analisi dell'Ufficio Studi Confartigianato delle recenti tendenze del credito alle imprese con approfondimenti tematici dedicati alla presenza delle “banche del territorio”  e alle condizioni di politica monetaria a inizio 2015

mercoledì 18 febbraio 2015

Slit payment: maggiori costi per le imprese per 230 milioni. Ogni 4 euro di recupero di evasione, 1 euro di oneri per le imprese fornitrici della PA

L’impatto in termini di maggiori oneri in capo alle imprese derivante dall’applicazione dello split payment in vigore dal 1° gennaio 2015.  La norma prevede che l’IVA addebitata dai fornitori di beni e servizi alle Pubbliche amministrazioni non venga più versata dalla PA acquirente all’impresa fornitrice ma direttamente all’erario, generando, pertanto, in capo all’impresa un credito di IVA e una perdita di liquidità oltre a maggiori oneri burocratici per l’eventuale recupero del credito.
I maggiori costi derivanti dallo split payment colpiscono i fornitori della PA che già hanno sostenuto maggiori oneri fnanziari per 2,2 miliardi a causa del ritardato pagamento dei fornitori  rispetto ai 30 giorni previsti dalla Direttiva Ue sui tempi di pagamento.

L'analisi dell'impatto dello split payment di Confartigianato

martedì 17 febbraio 2015

Crisi Libia e Russia: instabilità in Paesi di origine del 32% dell'import di energia

Anche per l'Italia nel corso del 2014 si osserva un calo del valore delle importazioni di energia: nei primi dieci mesi dell'anno l'import di petrolio e gas naturale cala del 19,0%.
Se guardiamo ai dieci maggiori Paesi fornitori di energia per l'economia italiana osserviamo per la Libia (8,4% del totale import) il calo più rilevante dell’import (-51,8% rispetto ai primi dieci mesi del 2013), seguita da Algeria (-42,4%), Arabia Saudita (-34,5%), Kazakhstan (-28,1%), Russia (-20,0%) e Azerbaigian (-17,6%); nel 2014 quest’ultimo Paese, a seguito del calo più contenuto delle importazioni di energia, diventa il secondo fornitore di energia dell’Italia, superando la Libia.
Le due crisi in corso in Libia e Russia coinvolgono due dei nostri principali partner energetici che, insieme, determinano un terzo (32,0%) del nostro import di gas e petrolio.
Gli effetti del calo delle entrate petrolifere nei Paesi produttori si riverberano anche sulle vendite del made in Italy: nei primi dieci paesi fornitori di energia - mercati che insieme rappresentano il 7,3% delle nostre esportazioni -  il valore dell’export diminuisce del 4,9%, flessione più marcata rispetto al -0,8% delle vendite nei mercati extra UE e in controtendenza rispetto all'aumento del 4,0% delle esportazioni in UE.
Gli effetti del calo delle entrate petrolifere nei Paesi produttori si riverberano anche sulle vendite del made in Italy: l'analisi di Confartigianato

giovedì 12 febbraio 2015

Nel 2015 torna a crescere la domanda per investimenti. Interessato il 39% degli addetti dell'artigianato

Nel 2015 tornano a crescere gli investimenti (+1,0%). L'Italia presenta un gap di 8 miliardi di investimenti pubblici rispetto alla media europea. Interessato dalla domanda di investimenti il 39% dell'artigianato, con 1,1 milioni di addetti. L'analisi sul portale di Confartigianato

mercoledì 11 febbraio 2015

A dicembre 2014 +1,8% produzione manifatturiera con composizione settoriale artigianato; 2014 tenuta a -0,5%, migliore del -2,8% del 2013.

A dicembre 2014 segna una crescita dinamica della produzione manifatturiera con la composizione settoriale dell'artigianato; nel totale del 2014 avviato un recupero: l'analisi sul portale Confartigianato

lunedì 9 febbraio 2015

Nuovo Indice Confartigianato sul costo energia elettrica di una Micro-piccola impresa

Al I trimestre 2015 Indice Confartigianato costo energia elettrica di una Micro-piccola impresa segna una diminuzione del 6,2% rispetto al IV 2014. Il prezzo dell’energia scende del 9,6% mentre Oneri generali di sistema calano del 5,5%. Le preoccupazioni delle imprese sull’attuazione del ‘tagliabollette’.
L'indice presentato in Crisi&Energia di QE-Quotidiano Energia; i dettagli su portale Confartigianato

Il fisco locale per l'attrattività delle imprese: le differenze in 52 comuni del Veneto

La pressione ficale in Italia persisteoltre il 43%, spinta in alto dalla dinamica delle entrate fiscali delle Amministrazioni Locali: in quattro anni, tra due recessioni,  boom IMU (+114%) e
-25% trasferimenti ad Amministrazioni Locali.
La localizzazione d'impresa sempre più tiene conto dei parametri di fisco locale: il labririnto di  IMU, TASI, TARI, TARES, Oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, Addizionale Comunale IRPEF, Tariffe Servizio Idrico Integrato, Fognature e Depurazione in 52 comuni del Veneto presentati oggi nel Rapporto di Confartigianato del Veneto

sabato 7 febbraio 2015

Nel 2015 calo prezzi di Spagna (-1%) e Italia (-0,3%) trascina Eurozona in deflazione (-0,1%). Nel 2016 prezzi tornano a salire

Il rischio di deflazione appare molto concreto nell'area Euro: le previsioni della CE pubblicate ieri evidenziano che nel 2015 l'Eurozona entra in deflazione (-0,1% contro +0,4% del 2014) trascinata dal calo prezzi dell'1% in Spagna e del -0,3% in Italia, Grecia e Slovenia.
Le precedenti previsioni della CE di novembre indicavano per il 2015 un tasso di inflazione dello 0,8% nell'Eurozona.
Nel 2016 i prezzi tornano a crescere: +1,5 in Italia, più dell'1,3% dell'Uem


Tasso inflazione 2015 
ns. elaborazione su dati CE
 

venerdì 6 febbraio 2015

Neve sulle autostrade: problemi di circolazione nel mese invernale con maggiore volume di traffico pesante sulla rete

Le criticità di queste ore per i trasporti a causa della neve si registrano nel mese invernale con il maggiore volume di traffico pesante, sulla base dei dati Aiscat dell'ultimo anno: a fronte di 1.238 milioni di veicoli-km di dicembre 2013, il traffico sale  a 1.256 a gennaio 2014 e a 1.269 a febbraio 2014.

Il flusso del traffico pesante sulla rete autostradale
milioni di veicoli-km





giovedì 5 febbraio 2015

Eurolentezza: nel 2015-16 Italia con crescita più bassa dei 19 Paesi dell'Eurozona

I problemi di bassa crescita dell'economia italiana si evidenziano anche in questa fase di recupero del ciclo economico: le previsioni Winter 2015 European Economic Forecast della Commissione Europea pubblicate oggi evidenziano che nel biennio 2015-16 l'economia dell'eurozona cresce dell'1,6%; tra i 19 Paesi la crescita più bassa si registra a in Italia (+0,9%). Tra i maggiori Paesi dell'Uem la Spagna segna un +2,4%, la Germania l'1,7% e la Francia l'1,4%.


Tasso di crescita medio 2015-16
media annua - ns. elaborazioni su dati CE

mercoledì 4 febbraio 2015

Sugli effetti sul calo del prezzo del greggio - una analisi su e7, settimanale di QE Quotidiano Energia


Su e7 - settimanale di QE, la focus story fa il punto sugli effetti del calo del prezzo del greggio con:
Vittorio D'Ermo, Consigliere Associazione Italiana Economisti dell'Energia; Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio studi Confartigianato e autore di questo blog; Unione Petrolifera e il Presidente di Mondoconsumatori  Salvatore Carluccio.
Sul'impatto l'influenza del cambio: nel corso del 2014 l'euro si è svalutato del 10% attenua gli effetti della riduzione del 44% del prezzo in dollari del barile di Brent

lunedì 2 febbraio 2015

Il prezzo del petrolio ai livelli d 5 anni fa. Le minori entrate nei Paesi fornitori di energia per l'Italia riducono del 4,9% le vendite made in Italy

Le oscillazioni del prezzo del petrolio spostando risorse da/verso i Paesi produttori con influenzando la loro domanda estera. In questa fase di marcata flessione del prezzo inernazionale del petrolio sul portale Confartigianato l'analisi della dinamica delle esportazioni gennaio-ottobre 2014 nei paesi fornitori di energia.

domenica 1 febbraio 2015

Per pensioni sostenibili serve crescita e aumento della produttività. Siamo sulla strada giusta ?

Le  previsioni di lungo periodo della Ragioneria Generale dello Stato (scenario base, pagg. 331 e seg.) di giugno coerenti con le ipotesi macroeconomiche contenute nel DEF 2014 evidenziano la sostenibilità della spesa pensionistica nel lungo periodo, che al 2050 sarà al 15,2% del Pil (in linea con il 15,3% del 2010 e inferiore di 1,2 punti al 16,4% del 2015).
Ma questa sostenibilità in termini di finanza pubblica si registrerà a condizione di una sensibile crescita. Tra il 2015 e il 2050 la popolazione sale del 3,1% mentre gli  occupati saliranno dell’14,1%, grazie ad un tasso di occupazione che sale di 3,9 punti. Nel frattempo il Pil in volume dovrà salire, a prezzi costanti, dell'80,1%, un ritmo di crescita 5,6 volte la crescita degli occupati. Ogni anno il Pil deve crescere al tasso 'tedesco' dell'1,7%. Tale crescita deriva in larga parte dalla crescita della produttività che, nei 35 anni esaminati, dovrà crescere dell'1,1%, quasi due volte lo 0,6% medio registrato tra il 1995 e il 2007, prima dello scoppio della crisi ( e la crescita della produttività in rapporto agli occupati è ancora inferiore e pari al +0,3% all'anno).

La crescita 2015-16 si ferma allo 0,6% medio annuo; partiamo male per il tabellino di marcia di 1,7% medio annuo.

Senza un programma straordinario che combina riforme e domanda per investimenti è sostenibile la crescita del Pil per occupato ?