mercoledì 27 febbraio 2013
La 'febbre da spread' vale 19,4 miliardi di euro, pari ad una riduzione dell'81% dell'Irap pagata dalle imprese
Nel 2010 la spesa per interessi in Italia era il 4,02% in rapporto al debito pubblico e la crisi del debito sovrano italiano la fa salire nel 2012 al 4,55%. Nel 2010 in Germania la spesa per interessi sui titoli pubblici era al 3,58% (spread con l'Italia di 44 p.b.) e nel 2012 scende al 3,10% con un divario con l'Italia che balza a 145 punti base. La 'febbre da spread' ha fatto salire il divario tra costo del debito pubblico italiano e quello tedesco di 101 punti base, equivalente a 19,4 miliardi di euro: senza tale maggiore costo si sarebbe potuto ridurre dell'80,8% l'Irap pagata dalle imprese (24,0 miliardi).
martedì 26 febbraio 2013
Made in Italy: +19% Giappone e +17% Usa; -1% in Germania e Francia; -10% in Cina e India
Nel 2012 le esportazioni italiane sono salite del 3,7% in valore ma sono a 'crescita zero' (-0,5%) in volume. Le vendite del made in Italy in Unione Europea scendono, anche in valore, dello 0,7% mentre tiene maggiormente la domanda extra UE che registra una crescita del 9,2%; maggiore dinamismo extra UE con euro che si svaluta, in media annua, del 7,6% conto dollaro.
In UE segno crescono Regno Unito +8,0% e Belgio (+6,9%). In flessione export verso i nostri principali due clienti: -1,1% in Germania, -1,0% in Francia. Fuori dall'UE +19,1% del Giappone e +16,8% degli Usa. BRIC in contrasto: +7,4% in Russia, -9,9% Cina, - 10,3% in India mentre segnano un +7,0% le economie emergenti dell'America centro meridionale.
Date le rispettive quote, il calo in Cina equivale all'incremento in Giappone
L'approfondimento su saldo bilancia commercia energetica nella rubrica di Confartigianato 'Crisi&Energia' su QE-Quotidiano Energia
In UE segno crescono Regno Unito +8,0% e Belgio (+6,9%). In flessione export verso i nostri principali due clienti: -1,1% in Germania, -1,0% in Francia. Fuori dall'UE +19,1% del Giappone e +16,8% degli Usa. BRIC in contrasto: +7,4% in Russia, -9,9% Cina, - 10,3% in India mentre segnano un +7,0% le economie emergenti dell'America centro meridionale.
Date le rispettive quote, il calo in Cina equivale all'incremento in Giappone
L'approfondimento su saldo bilancia commercia energetica nella rubrica di Confartigianato 'Crisi&Energia' su QE-Quotidiano Energia
lunedì 25 febbraio 2013
Elettori al voto: I pensionati superano gli occupati nelle imprese. I giovani disoccupati sono il 2,5%
In attesa dell'apertura delle urne, alcuni numeri sul 'peso' di alcune classi sociali in Italia
v.a. | in % elettori | |
elettori | 47.011.309 | 100,0 |
pensionati | 16.707.026 | 35,5 |
occupati nelle imprese | 16.694.458 | 35,5 |
dipendenti imprese | 11.224.596 | 23,9 |
imprenditori e lavoratori autonomi | 5.469.862 | 11,6 |
giovani 20-35 anni disoccupati | 1.162.000 | 2,5 |
disoccupati 20 anni ed oltre | 2.343.900 | 5,0 |
elaborazioni alcuninumeri su dati Istat e Ministero Interno | ||
dati al III trimestre 2012 |
venerdì 22 febbraio 2013
La gelata fiscale dell'economia italiana nel 2012: PIL - 14,7 miliardi, entrate +23,5 miliardi
L'elaborazione dei dati della Commissione Europea usciti stamane misurano la temperatura del rigore fiscale per l'economia italiana: nel 2012 il PIL nominale è sceso di 14,7 miliardi di euro mentre le entrate fiscali sono salite di 23,5 miliardi di euro.
La 'cura da cavallo' nel biennio 2012-13 registra una perdita di 4 miliardi di PIL nominale e maggiori entrate per 31,17 miliardi.
Analisi sulle condizioni di finanza pubblica nell' Elaborazione Flash di Confartigianato 'Eccessi di stato'
La 'cura da cavallo' nel biennio 2012-13 registra una perdita di 4 miliardi di PIL nominale e maggiori entrate per 31,17 miliardi.
Analisi sulle condizioni di finanza pubblica nell' Elaborazione Flash di Confartigianato 'Eccessi di stato'
giovedì 21 febbraio 2013
'Copiando' le riduzioni di spesa alla tedesca: abolizione IMU prima casa e riduzione dell'80% IMU su altri immobili
Negli 'anni buoni' prima dello scoppio della Grande recessione, l'Italia ha fatto la cicala mentre la Germania ha fatto la formica e messo il fieno in cascina per gli anni peggiori: nel 2000 la spesa primaria tedesca era 4,2 punti superiore a quella italiana, ma nel 2007 è addirittura di 0,6 punti di PIL inferiore a quella dell'Italia. Se avessimo copiato il ritmo di riduzione della spesa della Germania l'Italia avrebbe risparmiato 19,8 miliardi di euro all'anno (cfr. pag. 95 del rapporto di Confartigianato 'Il coraggio delle imprese').
Un risparmio di questo ordine di grandezza consentirebbe di abolire l'IMU sulla prima casa e ridurre dell'80% l'IMU su immobili produttivi e altre abitazioni.
Un risparmio di questo ordine di grandezza consentirebbe di abolire l'IMU sulla prima casa e ridurre dell'80% l'IMU su immobili produttivi e altre abitazioni.
mercoledì 20 febbraio 2013
Milan Barcellona 4-1 la partita per Pil, imprese, export, disoccupazione e turismo
Stasera a S.Siro si gioca Milan-Barcellona per gli ottavi di Champions League. Barcellona è capoluogo della Catalogna, una delle regione più dinamiche della Spagna. Milano è il capoluogo della Lombardia, una delle maggiori regioni manifatturiere d'Europa.
Abbiamo dato uno sguardo a quattro importanti indicatori economici per confrontare Lombardia e Catalogna; l'esito è netto e decisamente diverso dai....pronostici calcistici.
1-0: fatto 100 i rispettivi redditi medi nazionali, il PIL pro capite della Lombardia è pari a 128 e quello della Catalogna è pari a 117.
2-0: il tasso di disoccupazione non ha confronti: nel III trimestre 2012 in Lombardia il tasso delle persone in cerca di lavoro è del 6,7%, meno di un terzo del 22,6% della Catalogna.
3-0: propensione a fare impresa è a vantaggio della Lombardia , regione in cui si registrano 9,0 piccole imprese ogni 100 abitanti contro gli 8,4 della Catalogna.
4-0: la vocazione manifatturiera e la propensione all'esportazione è decisamente a favore degli italiani: nei primi tre trimestri del 2012 in Lombardia le esportazioni per abitante sono pari a 8.129 euro/abitante, il 38% in più dei 5.888 euro della Catalogna
4-1 Il gol della bandiera per il Barcellona è sul turismo: in questo ambito la Catalogna in un anno registra 65,1 milioni di presenze turistiche - alberghiere ed extra alberghiere - valore doppio dei 31,1 della Lombardia.
Abbiamo dato uno sguardo a quattro importanti indicatori economici per confrontare Lombardia e Catalogna; l'esito è netto e decisamente diverso dai....pronostici calcistici.
1-0: fatto 100 i rispettivi redditi medi nazionali, il PIL pro capite della Lombardia è pari a 128 e quello della Catalogna è pari a 117.
2-0: il tasso di disoccupazione non ha confronti: nel III trimestre 2012 in Lombardia il tasso delle persone in cerca di lavoro è del 6,7%, meno di un terzo del 22,6% della Catalogna.
3-0: propensione a fare impresa è a vantaggio della Lombardia , regione in cui si registrano 9,0 piccole imprese ogni 100 abitanti contro gli 8,4 della Catalogna.
4-0: la vocazione manifatturiera e la propensione all'esportazione è decisamente a favore degli italiani: nei primi tre trimestri del 2012 in Lombardia le esportazioni per abitante sono pari a 8.129 euro/abitante, il 38% in più dei 5.888 euro della Catalogna
4-1 Il gol della bandiera per il Barcellona è sul turismo: in questo ambito la Catalogna in un anno registra 65,1 milioni di presenze turistiche - alberghiere ed extra alberghiere - valore doppio dei 31,1 della Lombardia.
Nel 2012 persi 35 miliardi di fatturato dalle imprese manifatturiere
Nell'artigianato manifatturiero lavorano 1.023.400 addetti: nelle imprese di produzione 1 addetto su 4 lavora nell'artigianato.
Stamane sono usciti i dati dell'Istat sul fatturato 2012 delle imprese manifatturiere: nell'ultimo anno le imprese di produzione, a valori correnti, perdono il 4,3% del fatturato.
La nota metodologica della rilevazione dice che si tratta del fatturato delle imprese con almeno 20 addetti, abbiamo attuato una correzione sulla base dei dati Asia di Istat: tra il 2008 e il 2010 il fatturato delle imprese con meno di 20 addetti - di cui l'artigianato pesa per il 62% dell'occupazione - è sceso ad un tasso medio del 2,2% contro il 5,5% delle imprese con 20 addetti ed oltre. Tenendo conto di questo differenziale si stima che nel 2012 il fatturato delle imprese manifatturiere italiane sia sceso del 3,8% rispetto all'anno precedente, equivalente a 35,3 miliardi di euro che, per le 426.778 imprese manifatturiere attive, equivale a 82.700 euro in meno di fatturato per azienda.
Stamane sono usciti i dati dell'Istat sul fatturato 2012 delle imprese manifatturiere: nell'ultimo anno le imprese di produzione, a valori correnti, perdono il 4,3% del fatturato.
La nota metodologica della rilevazione dice che si tratta del fatturato delle imprese con almeno 20 addetti, abbiamo attuato una correzione sulla base dei dati Asia di Istat: tra il 2008 e il 2010 il fatturato delle imprese con meno di 20 addetti - di cui l'artigianato pesa per il 62% dell'occupazione - è sceso ad un tasso medio del 2,2% contro il 5,5% delle imprese con 20 addetti ed oltre. Tenendo conto di questo differenziale si stima che nel 2012 il fatturato delle imprese manifatturiere italiane sia sceso del 3,8% rispetto all'anno precedente, equivalente a 35,3 miliardi di euro che, per le 426.778 imprese manifatturiere attive, equivale a 82.700 euro in meno di fatturato per azienda.
lunedì 18 febbraio 2013
Il freddo inverno per l'economia reale
In un dossier pubblicato su Repubblica di ieri anticipato uno studio di Confartigianato con i dati sulla crisi dell'economia reale: PIL a -2,2%, export in volume in segno negativo (-0,5%), calo produzione manifatturiera del 6,9%. Pesante caduta nelle costruzioni del 14,1%, il dato peggiore della serie storica; dal picco pre crisi sotto del 29,7%. Per gli autotrasportatori: in calo dell'8,3% il traffico autostradale di mezzi pesanti. Fatturato manutenzione auto in calo del 4,4%, ma in volume si arriva ad una flessione del 7,4%. Vendite al dettaglio in flessione del 2,0%. Forte selezione delle imprese: nel 2012 hanno chiuso 120.636 imprese artigiane.
L'analisi completa nell' Elaborazione Flash di Confartigianato 'Economia reale in sofferenza'
L'approfondimento per i settori energivori nella rubrica 'Crisi&Energia' su Quotidiano Energia
L'analisi completa nell' Elaborazione Flash di Confartigianato 'Economia reale in sofferenza'
L'approfondimento per i settori energivori nella rubrica 'Crisi&Energia' su Quotidiano Energia
Intermediazione dello Stato al 99% del PIL. In dieci anni +7,9 punti.
Senza una riduzione della spesa, dati i vincoli di bilancio, non è possibile ridurre la pressione fiscale. In questi giorni in 'alcuninumeri' esaminiamo alcune tendenze della spesa pubblica.
Iniziamo esaminando come entrate e spesa, insieme, determinino uno dei ivelli più elevati di intermediazioni dello Stato in economia. Le condizioni di forte crescita delle entrate fiscali e l’alto livello della spesa pubblica nel nostro Paese portano l'intermediazione del bilancio pubblico sul PIL - la somma tra entrate e spesa pubblica - al 99,0% del PIL, ben 26,5 punti superiore all'intermediazione pubblica rilevata negli Stati Uniti e 8,8 punti superiore a quelle della Germania.
Nel 2002 l'intermediazione dell'economia data dal bilancio pubblico italiano era inferiore a quello della Germania: i dieci anni il peso del bilancio pubblico nell’economia in Italia è salito di 7,9 punti di PIL mentre in Germania, nello stesso periodo, è sceso di 1,9 punti.
Un esame approfondito delle condizioni nell'Elaborazione Flash di Confartigianato 'Eccessi di Stato'
L'analisi sull'elevato livello dell'intermediazione nel Rapporto Confartigianato 'Il coraggio delle imprese'
venerdì 15 febbraio 2013
Debito pubblico nel 2012 salito alla velocità di 155mila euro/minuto. Da fine 2007 + 383 miliardi
Secondo la rilevazione pubblicata oggi da Banca d'Italia a dicembre 2012 il debito pubblico italiano è leggermente al di sotto dei 2mila miliardi; 1.988 miliardi di euro.
Anche negli ultimi dodici mesi il debito pubblico registra una robusta crescita: al 31 dicembre 2012 è in salita di 81,6 miliardi rispetto allo stesso giorno dell'anno precedente, alla velocità di 155mila euro al minuto.
Dalla fine dell'anno pre crisi (31 dicembre 2007) sale di 383 miliardi.
Nella comparazione europea al terzo trimestre del 2012 il debito pubblico dell'Italia, in rapporto al PIL, è del 127,3% del PIL, secondo solo al 'fallimentare' livello del 152,6% della Grecia e superiore di quasi dieci punti al 120,3% del Portogallo, Paese che occupa la terza posizione e al 117,0% dell'Irlanda che detiene il quarto posto.
La crescita nell'ultimo anno del rapporto debito PIL è rilevante: +7,4 punti, dal 119,9% del III trimestre 2011 al 127,3% del III trimestre 2012.
Analisi sulla finanza pubblica nell' Elaborazione Flash di Confartigianato 'Eccessi' di Stato
Anche negli ultimi dodici mesi il debito pubblico registra una robusta crescita: al 31 dicembre 2012 è in salita di 81,6 miliardi rispetto allo stesso giorno dell'anno precedente, alla velocità di 155mila euro al minuto.
Dalla fine dell'anno pre crisi (31 dicembre 2007) sale di 383 miliardi.
Nella comparazione europea al terzo trimestre del 2012 il debito pubblico dell'Italia, in rapporto al PIL, è del 127,3% del PIL, secondo solo al 'fallimentare' livello del 152,6% della Grecia e superiore di quasi dieci punti al 120,3% del Portogallo, Paese che occupa la terza posizione e al 117,0% dell'Irlanda che detiene il quarto posto.
La crescita nell'ultimo anno del rapporto debito PIL è rilevante: +7,4 punti, dal 119,9% del III trimestre 2011 al 127,3% del III trimestre 2012.
Analisi sulla finanza pubblica nell' Elaborazione Flash di Confartigianato 'Eccessi' di Stato
Export 2012 in volume: -0,5% a/a. Export senza produzione: un altro gap tra Italia e Germania
Il dato del commercio estero di oggi indica una frenata dell'export nel 2012: +3,7% in valore, ma in calo del 0,5% i volumi. Il dato preoccupa se abbinato alla flessione della produzione manifatturiera, in calo del 6,9% nel 2012.
Questi andamenti vengono ulteriormente aggravati in un contesto cui le criticità sulle normative del made in italy - che speriamo si stiano attenuando - si riverberano in un mancato traino della produzione interna da parte della domanda estera.
Questi andamenti vengono ulteriormente aggravati in un contesto cui le criticità sulle normative del made in italy - che speriamo si stiano attenuando - si riverberano in un mancato traino della produzione interna da parte della domanda estera.
L'analisi dei dati trimestrali sul volume sulle esportazioni della contabilità nazionale (e che comprendono anche un limitato 1,4% di esportazioni di prodotti agricoli e di servizi) evidenziano che nella fase di recupero dopo il crollo del commercio internazionale della Grande Recessione, tra i primi tre trimestri del 2009 e lo stesso periodo del 2012, in Germania l'aumento del 29,2% dei volumi esportati ha determinato una crescita del 22,7% della produzione industriale mentre in Italia l'aumento del 21,6% dei volumi esportati ha avuto un impatto pressochè nullo (solo 1,7%) sulla produzione industriale.
Analisi sui temi del made in italy e delle esportazioni nella pubblicazione di Confartigianato 'Metamorfosi'
giovedì 14 febbraio 2013
Paradossi del lavoro: per 11mila posti nella scuola 264mila alle prove, 1,5 volte (142,9%) 185mila disoccupati laureati under 35
Ieri sono iniziate le prove per il concorso a 11.542 posti di ruolo nella scuola; sono 327.798 candidati di cui 264.423 hanno svolto le prove, con un rapporto di 1 cattedra ogni 23 candidati partecipanti; i candidati che hanno partecipato alla prova di ammissione sono una volta e mezza (ne rappresentano il 142,9%) - i 185 mila disoccupati laureati sotto i 35 anni.
Va ricordato che, nonostante la debole ripresa del 2010, un numero equivalente di nuovi occupati - 11.634 per la precisione - sono stati creati delle 275.000 micro e piccole imprese fino a 20 addetti (il 6,4% delle micro e piccole imprese totali) nei tre settori della Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature, Energia, e Assistenza sanitaria.
L'approfondimento di questa analisi in Elaborazione Flash di Confartigianato 'Il mercato del lavoro tra due recessioni'
Va ricordato che, nonostante la debole ripresa del 2010, un numero equivalente di nuovi occupati - 11.634 per la precisione - sono stati creati delle 275.000 micro e piccole imprese fino a 20 addetti (il 6,4% delle micro e piccole imprese totali) nei tre settori della Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature, Energia, e Assistenza sanitaria.
L'approfondimento di questa analisi in Elaborazione Flash di Confartigianato 'Il mercato del lavoro tra due recessioni'
IV trimestre 2012 PIL a -2,2 a/a. In otto anni la bassa crescita è stata tutta (97,3%) assorbita.....dalle tasse
Oggi l'Istat informa che nel IV trimestre del 2012 il PIL in volume scende dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,7% nei confronti del IV trimestre del 2011.
E' la sesta diminuzione congiunturale consecutiva e peggiora il -0,2% registrato nel terzo trimestre 2012.
Nel 2012 la flessione del PIL è del 2,2% rispetto all'anno precedente.
Tra il 2005 e 2013 il 97,3% della crescita assorbita dall'aumento delle entrate fiscali: in otto anni le entrate fiscali crescono di 141,6 miliardi a fronte di una crescita del PIL nominale è di 145,6 miliardi di euro; le maggiori entrate 'assorbono' pressochè interamente (97,3%) l'incremento del PIL nel periodo.
Nel 2013 si arriva ai massimi anche per la pressione fiscale effettiva, pari al 54,5% del PIL osservat (al netto del sommerso).
Analisi sulla dinamica delle entrate nell' Elaborazione Flash di Confartigianato 'Eccessi' di Stato
E' la sesta diminuzione congiunturale consecutiva e peggiora il -0,2% registrato nel terzo trimestre 2012.
Nel 2012 la flessione del PIL è del 2,2% rispetto all'anno precedente.
Tra il 2005 e 2013 il 97,3% della crescita assorbita dall'aumento delle entrate fiscali: in otto anni le entrate fiscali crescono di 141,6 miliardi a fronte di una crescita del PIL nominale è di 145,6 miliardi di euro; le maggiori entrate 'assorbono' pressochè interamente (97,3%) l'incremento del PIL nel periodo.
Nel 2013 si arriva ai massimi anche per la pressione fiscale effettiva, pari al 54,5% del PIL osservat (al netto del sommerso).
Analisi sulla dinamica delle entrate nell' Elaborazione Flash di Confartigianato 'Eccessi' di Stato
mercoledì 13 febbraio 2013
Produzione manifatturiera a -6,9% in Italia peggio che in Europa. Forte selezione delle imprese artigiane manifatturiere
La comparazione della produzione industriale elaborata sui dati pubblicati oggi da Eurostat indica per l'Italia il dato peggiore tra i maggiori Paesi europei: nel 2012 l'Italia registra una discesa tendenziale della produzione del 6,6% - a/a dati corretti per i giorni lavorativi - intensità tripla rispetto al -2,1% della media europea; Italia decisamente peggiore rispetto ai cali di Regno Unito (-1,8%), Francia (-1,3%) e Germania (-0,9%).
Dall'anno pre crisi perso quasi un quarto (-22,3%) della produzione manifatturiera.
Nei quattro anni che vanno da 2009 al 2012 appare evidente il processo di intensa selezione subito dall'artigianato manifatturiero che segna una flessione cumulata del 5,89%, decisamente superiore alla media dell'artigianato che nel periodo è pari a -3,20%.
I cali più intensi, oscillanti tra i sei e i dieci punti percentuali, si registrano nelle imprese manifatturiere di Emilia Romagna dove scendono del 6,80%, in Molise del -7,06%, in Friuli-Venezia Giulia del -7,64%, in Puglia del -9,15% e in Sardegna del -9,37%.
L'analisi completa sulla dinamica delle imprese artigiane nell' Elaborazione Flash 'Demografia delle imprese artigiane nel 2012 e nel lungo periodo' di Confartigianato
Dall'anno pre crisi perso quasi un quarto (-22,3%) della produzione manifatturiera.
Nei quattro anni che vanno da 2009 al 2012 appare evidente il processo di intensa selezione subito dall'artigianato manifatturiero che segna una flessione cumulata del 5,89%, decisamente superiore alla media dell'artigianato che nel periodo è pari a -3,20%.
I cali più intensi, oscillanti tra i sei e i dieci punti percentuali, si registrano nelle imprese manifatturiere di Emilia Romagna dove scendono del 6,80%, in Molise del -7,06%, in Friuli-Venezia Giulia del -7,64%, in Puglia del -9,15% e in Sardegna del -9,37%.
L'analisi completa sulla dinamica delle imprese artigiane nell' Elaborazione Flash 'Demografia delle imprese artigiane nel 2012 e nel lungo periodo' di Confartigianato
Per 952mila imprese del Centro Nord aliquota IMU immobili produttivi al 9,4‰
Ieri il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha diffuso una analisi sui versamenti IMU.
Il monitoraggio IMU del ‘sistema Confartigianato’ in 722 comuni del Centro-Nord in cui si localizzano 952mila imprese basato su rilevazioni, analisi ed elaborazioni dei dati delle oltre settecento delibere comunali svolte dagli Uffici fiscali, Uffici Studi e Osservatori di Confartigianato Ancona, Emilia Romagna, Lombardia, Modena, Ravenna, Veneto e Vicenza individua una aliquota sugli immobili produttivi è al 9,4‰, di solo 1,2 punti inferiore al livello massimo possibile. Nei 26 comuni capoluogo di provincia monitorati l’aliquota media sulle imprese sale al 9,9‰, superiore di 1,1 punti all'8,8 per mille registrata nella media dei comuni non capoluogo dove l'incidenza delle imprese artigiane è doppia rispetto ai capoluoghi
Area ricerche e studi di Confartigianato
Il monitoraggio IMU del ‘sistema Confartigianato’ in 722 comuni del Centro-Nord in cui si localizzano 952mila imprese basato su rilevazioni, analisi ed elaborazioni dei dati delle oltre settecento delibere comunali svolte dagli Uffici fiscali, Uffici Studi e Osservatori di Confartigianato Ancona, Emilia Romagna, Lombardia, Modena, Ravenna, Veneto e Vicenza individua una aliquota sugli immobili produttivi è al 9,4‰, di solo 1,2 punti inferiore al livello massimo possibile. Nei 26 comuni capoluogo di provincia monitorati l’aliquota media sulle imprese sale al 9,9‰, superiore di 1,1 punti all'8,8 per mille registrata nella media dei comuni non capoluogo dove l'incidenza delle imprese artigiane è doppia rispetto ai capoluoghi
Area ricerche e studi di Confartigianato
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