domenica 15 marzo 2015

Per tornare a crescere mix di riforme e domanda: nella crisi -10,8% Pil pro capite mentre in Uem recuperati livelli pre crisi

Tra i maggiori Paesi dell'Eurozona l'Italia ha la performance peggiore del Pil pro capite: secondo i dati della Commissione Europea nel 2016 l'Eurozona avrà recuperato i livelli pre crisi del 2007, mentre in Italia persisterà un gap del 10,8%.
Le riforme, a regime nel 2020, daranno un impulso positivo sul Pil per 3,6 punti ma, a fronte dei danni subiti dalla nostra economia in due ravvicinati cicli recessivi , non sono sufficenti. Per recuperare gli effetti servono politiche della domanda, di cui l'Italia è carente: l'analisi dell'Ufficio Studi di Confartigianato evidenzia che dal 2,8% del Pil nel 2011 gli investimenti pubblici scendono al 2,2% nel 2015 e proseguiranno la discesa (2,1%) nel 2016. Nel 2015 la domanda di investimenti è di mezzo punto di Pil inferiore alla media dell’Eurozona (era 0,3 punti nel 2011): se la spesa pubblica per investimenti italiana si allineasse alla media europea avremmo maggiori investimenti per 8.042 milioni di euro.
Per far fruttare al meglio gli investimenti pubblici, gli incrementi di domanda pubblica vanno affiancati da una efficace normativa anticorruzione.

Pil pro capite
2007 =100 - ns. elaborazioni su dati Commissione Europea





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