martedì 27 maggio 2014

A marzo 2014 il saldo commercio estero al netto dell'energia al massimo di 86.204 milioni, pari a 5,4 punti di Pil.

L'analisi dei dati recentemente pubblicati da Eurostat per il 2013 indicano l'Italia come il secondo Paese europeo per saldo del commercio estero non energetico (83,5 miliardi di euro), dietro alla Germania (297,2 miliardi) e davanti a Francia (che registra un deficit di 11,8 miliardi) e Regno Unito (-66,3 miliardi).
ll saldo commercio estero al netto dell'energia raggiunge il massimo di 86.204 milioni, pari a 5,4 punti di Pil. Massimo storico dper avanzo beni strumentali, pari a 54.199 milioni, equivalente al 3,4% del Pil; da solo il saldo dei beni strumentali 'finanzia' la bolletta energetica che a marzo 2014, su base annualizzata, ammonta di 51.257 milioni, pari a 3,2 punti di Pil.
Rispetto ai mercati di destinazione l'aumento delle vendite del made in Italy più rilevante si registra in Cina con un incremento nel primo trimestre di quest’anno del 13,3%, seguita da  Romania con +10,8%, Belgio con +9,7%, Repubblica ceca con +9,6%, Regno Unito con 8,8%, Polonia con 8,0%,  Stati Uniti con 5,9%, Paesi Bassi con 5,0% e Germania con +4,1%.In calo i mercati di Francia (-1,2%) e Turchia (-1,6%); le flessioni più rilevanti in Russia  con -6,6%, in India con -9,3%, in Giappone con -11,0% e in Svizzera con -17,9%.
I rischi per incertezza domanda internazionale ed euro forte (ad aprile +6,0% a/a sul dollaro)

L'approfondimento dell'Ufficio Studi Confartigianato sull'andamento del commercio estero dell'Energia in QE-Quotidiano Energia

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