La Nota di aggiornamento al DEF varata martedì scorso descrive alcune traiettorie del bilancio pubblico ed evidenzia gli effetti della rivalutazione del Pil secondo i nuovi criteri europei. Vediamo alcuni degli aspetti che emergono dall'analisi dei dati.
Spicca la nota a pagina 2 che indica che "nella Legge di Stabilità 2015 è ipotizzata una clausola sulle aliquote IVA e sulle altre imposte indirette per 12,4 miliardi nel 2016 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018", con effetti recessivi per 0,7 punti percentuali di Pil a fine periodo.Si tratta di maggiori imposte che nel 2018 arrivano all'1,2% del Pil.
L'indicatore del debito pubblico sul Pil, grazie alla rivalutazione del denominatore, nel 2013 era indicato al 132,7% del Pil e scende al 127,9%: una riduzione di 4,8 punti.
Il deficit 2013, in rapporto al 'vecchio Pil' era al limite del 3,0%. Con la rivalutazione scende al 2,8% e nel 2014 arriva al 3,0%. Senza la rivalutazione avremmo certamente sfondato il limite.
Nel 2015 a legislazione vigente il deficit di bilancio scenderebbe al 2,2% mentre il quadro programmatico lo indica al 2,9% con una differenza di 0,7 punti che rappresenta un intervento espansivo nella Legge di Stabilità stimabile in 11,5 miliardi.
La spesa per interessi per il 2015 era prevista ad aprile pari a 82,1 miliardi; nell'aggiornamento pubblicato ieri scendono a 74,3 miliardi, con una risparmio di 7,8 miliardi pari a mezzo punto di Pil.
Nessun commento:
Posta un commento